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Invalidità civile, per qualcuno è un affare - 13 luglio 2013

Poste Italiane condannate per barriere

 

Disabile rimasta fuori dal concerto. «Battaglia di civiltà contro 5 gradini»

 

A colpi di sentenze
Una recente Sentenza del Tribunale di Torino, che ha condannato “per inaccessibilità” il Comune di Moncalieri, induce ad alcune riflessioni che vanno ben oltre la città piemontese: che cioè la grande maggioranza degli Enti Locali non ha ancora adottato, dopo ventisette anni, i Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) e che i Cittadini con disabilità sono ancora costretti a farsi largo “a colpi di sentenze”. Vedi link

http://www.superando.it/2013/01/11/a-colpi-di-sentenze/

 

L'Unione Sarda del 13-12-2012
Niente Marocco per la disabile «Questa è discriminazione»
Niente Capodanno in Marocco per una donna in sedia a rotelle. Che chiede chiarimenti. La Present Viaggi: non potevamo garantire il servizio.

CAGLIARI. Il volantino è accattivante: le dune del deserto, le kasbah, sole e palme. La scritta altrettanto: Capodanno in Marocco, tour del Sud, dal 28 dicembre al 3 gennaio, volo diretto da Cagliari, costo da 990 euro. Un viaggio che per una signora disabile resterà - almeno per ora - stampato nel volantino. Ma lei, e soprattutto gli amici - una comitiva di 6 persone - che stavano organizzando il tour non ci stanno: si sentono discriminati e vogliono chiarimenti, chiamando in causa la Present Viaggi che ha organizzato il pacchetto.
IL FATTO. Spiega l'ingegner Flavio Pietro Demartis: «Con mia moglie e quattro amici abbiamo prenotato il giro turistico venerdì scorso presso l'agenzia cagliaritana AioSardinia. Al momento di redigere il contratto abbiamo fatto presente che nel gruppo c'è una signora che si muove su sedia a rotelle, ma è autonoma per usare le scale o salire su un bus». L'AioSardinia contatta la Present Viaggi (che ha sede a Sant'Anna Arresi) e fa presente il dettaglio «spiegando che lo scorso Capodanno la signora aveva partecipato al tour delle città imperiali in Marocco e soggiornato presso l'hotel Semiramis, incluso nel pacchetto, senza aver mai creato disagi o problemi al gruppo», ricorda Demartis. Ma dalla Present Viaggi dicono che non si assumono questa responsabilità. Niente da fare. La AioSardinia invia una mail - dice il titolare Alessandro Melis - chiedendo motivazioni e giustificazioni del diniego. «Aspettiamo, ma non arriva mai alcuna risposta».
LA DIFESA. Replica Gigi Ballocco, responsabile di Present Viaggi: «Primo: nessuna discriminazione contro i disabili. Secondo: quando c'è una persona disabile occorre garantire ogni tipo di servizio. Il Marocco non è un paese comunitario, ci sono leggi e coperture assicurative diverse. Non ci è stato fornito il grado di disabilità della persona per capire in che modo muoverci. Noi siamo i responsabili finali della vendita, se un'altra agenzia l'anno scorso ha chiuso il pacchetto senza dare tutte le garanzie questo non rientra nei nostri principi». Già ma perché non ha risposto alla email? «Ero in contatto col Marocco per capire cosa fare».
Dall'altra parte i potenziali clienti aggiungono che, durante una prima conversazione telefonica, alla Present Viaggi sapevano quale fosse la disabilità della signora, che c'era una liberatoria che li sollevava da ogni responsabilità e che una risposta ufficiale non si nega a nessuno. In attesa di chiarimenti, per la signora in sedia a rotelle il Capodanno in Marocco resta sul volantino.

12.11.2012

Controlli ai falsi invalidi. Si può fare anche di peggio

23.07.2012

Turismo accessibile. Venezia lotta contro l'acqua: rampe e passerelle per tutti
VENEZIA - A un primo sguardo sembra la città inaccessibile per eccellenza. Con le sue 121 isole collegate da 435 ponti, rappresenta una bella sfida per chi si occupa di garantirne l’accessibilità. Sfida che richiede all’amministrazione comunale un impegno costante attraverso il Peba (Piano eliminazione barriere architettoniche) e che sembra essere vinta: a oggi, quasi il 70% della città è accessibile, soprattutto grazie ai mezzi di trasporto pubblico. Per individuare le aree off limits, il Comune – tramite il servizio “Città per tutti” con l’ufficio Eba (Eliminazione delle barriere architettoniche) – ha realizzato una mappa delle zone accessibili e raggiungibili con i vaporetti, che trasportano fino a quattro carrozzine per volta, mentre in altre aree si può arrivare con “i motoscafi”, in grado di trasportare una sola carrozzina. Per raggiungere le aree in cui il trasporto pubblico manca è comunque disponibile il servizio di taxi acquei rivolto alle persone disabili, garantito da cinque imbarcazioni che forniscono, a turno, un servizio 24 ore su 24. Per accedervi è sufficiente chiamare la polizia municipale (tel. 041/2747332). Piazzale Roma, porta di accesso a Venezia, ha cambiato look, con alcuni miglioramenti per l’accessibilità. Le aree di sosta permettono ai “bus facile” di far funzionare le rampe; inoltre sono state collocate la pavimentazione e due mappe tattili. Circa un anno fa è stata installata l’ovovia sul ponte Calatrava, che consente alle persone con ridotta capacità motoria di passare agevolmente da una parte all’altra della riva (per quanto la realizzazione di quel ponte abbia scatenato a suo tempo numerose polemiche).

Ma il trasporto pubblico non è l’unico aspetto della lotta alle barriere architettoniche: gradini agevolati, rampe e passerelle sono dislocati in aree strategiche della città. Nel dettaglio, le rampe sono sul Ponte dei Lavraneri alla Giudecca e sul Ponte Zaniol nell’isola di Murano. Passerelle a raso si trovano, in forma provvisoria, sul Rio della Crea a Cannaregio e nel centro di Burano. Gradini agevolati sono sul Ponte delle Guglie e sul Ponte San Felice a Cannaregio e sul Ponte San Pietro a Castello. Una forma “rivisitata” di gradino agevolato si trova sul Ponte delle Cappuccine a Burano e sul ponte dell’Isola delle vergini per l’accesso alla Biennale. In corso di progettazione, altri interventi che sfruttano la nuova versione del gradino agevolato sui ponte Papadopoli, Ca’ di Dio, Ognissanti, de le Sechere. L’elevatore è sperimentato invece sul Ponte Longo, nell’isola della Giudecca. Esistono poi le rampe provvisorie, installate in occasione della Venice Marathon, lasciate a disposizione delle persone con disabilità motoria da ottobre a febbraio su tredici ponti. Sfrutta una particolare soluzione di gradino agevolato, con rampa provvisoria, anche il ponte della Paglia a San Marco, da dove si può ammirare il ponte dei Sospiri. Per poter apprezzare appieno le meraviglie di Venezia, sono a disposizione anche apposite guide a uso e consumo dei turisti. Attualmente ne sono state realizzate 12, alcune delle quali sulla centralissima area Marciana, Rialto, Murano, Burano e Torcello, ma anche Santa Marta, i Frari, Santo Stefano. (Giorgia Gay)

18.05.2012 Il diritto ai diritti

18.05.2012 La spinosa questione della zona pedonalizzata di Bologna

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L'Eco di Bergamo del 09-05-2012
Prigioniera in casa dopo i lavori. Risarcimento da 800 mila euro
Insegnante in carrozzella si ritrova la casa inagibile dopo la ristrutturazione. Lunga battaglia legale prima della sentenza che condanna architetto e impresa

BERGAMO. Ha vinto la causa Rita Urso, la docente in carrozzella prigioniera in casa sua dopo una ristrutturazione, commissionata proprio per eliminare le barriere architettoniche e permetterle la maggior autonomia possibile. Architetto e impresa sono stati condannati dal giudice a restituire tutte le somme percepite e a pagare i danni. Inoltre il tribunale ha dichiarato risolti per inadempimento sia il contratto di prestazione d'opera dell'architetto sia il contratto d'appalto dei lavori verso l'impresa.
Una vittoria importante, non solo per l'importo complessivo del risarcimento che supera gli 800 mila euro, ma, sotto il profilo giuridico, per la dichiarazione di risoluzione per inadempimento, che il Codice civile prevede solo in casi molto gravi e i tribunali usano con estrema parsimonia. «Sono contenta – dichiara la professoressa – perché questa sentenza è una vittoria morale che dedico a tutti i cittadini disabili, perché è stato riconosciuto che la mia casa è stata resa inabitabile per una persona nelle mie condizioni e perché per avere giustizia, con mio fratello abbiamo lottato per anni».

L'inizio nel 200.3
Tutto comincia nel 2003 quando Rita Urso, docente al liceo Amaldi di Alzano, si rivolge a un architetto che conosce da tempo perché elimini tutte le barriere architettoniche della casa di famiglia. Chiede di installare un ascensore esterno alla villetta per salire dal garage ai diversi livelli della casa e di eliminare i gradini per poter scendere in giardino, uscire sul terrazzo, accedere al vialetto d'uscita. Dentro casa chiede porte larghe, finestre facili da aprire, nessun gradino o ostacolo, stanze e corridoi nei quali far girare con agio la carrozzella, servizi igienici adeguati, interruttori e quadri di comando elettrici a portata di mano. Specifica che non vuole finiture di lusso. Il preventivo presentato è accettabile: 250 mila euro. Si ritrova con un conto di 800 mila euro per una casa rovinata, ma ricca di marmi costosi.
L'ascensore è interno e il rifacimento del vano scale ha ridotto un bel soggiorno a un budello. Le porte finestre hanno infissi che bloccano le ruote. Le finestre hanno maniglie troppo in alto. Le porte sono strette, l'ascensore ha la porta a molla, il servoscala esterno è impossibile da manovrare. I quadri elettrici sono in uno sgabuzzino stretto, la rampa per scendere in garage ha una pendenza eccessiva. Siamo a fine 2005, Rita Urso si rivolge all'Ordine degli architetti per segnalare il caso. L'allora presidente ascolta e suggerisce di fare subito un esposto all'Ordine e, in attesa del risultato, di sospendere i pagamenti della parcella e dei fornitori. Per tutto il 2006 dall'Ordine non arrivano segnali, ma la parcella sì, vidimata dalla commissione della quale il professionista faceva parte da gennaio. Parte un altro esposto, e un altro contro il presidente dell'Ordine. E poi anche contro il Consiglio e la commissione parcelle. L'esposto originario viene portato in Consiglio dell'Ordine degli architetti solo nell'ottobre 2007. Nel frattempo Rita Urso si è rivolta anche a tv, giornali e associazioni dei consumatori per far conoscere il suo caso.

La battaglia legale.
La battaglia sul fronte deontologico è ancora aperta, dopo che la pugnace professoressa si è rivolta al distretto di Brescia, alla presidenza del consiglio, al nuovo presidente dell'Ordine, alla Corte di giustizia della Comunità europea.
Intanto, poiché i pagamenti sono stati sospesi, architetto e impresa fanno causa a loro volta. La battaglia legale si infuoca, fra perizie di Ctu e consulenti tecnici di parte. Più volte l'esito favorevole sembra pendere dalla parte dell'architetto e dell'impresa. Ogni volta Rita Urso invita gli increduli a visitare la sua casa. Non fosse abitata da un disabile, la sistemazione della villetta apparirebbe nella norma. Ma «è» abitata da una persona in carrozzella e con la ristrutturazione le barriere architettoniche sono aumentate invece di scomparire. Per raddrizzare la situazione occorrono più o meno gli stessi soldi spesi per fare il danno.
«Sono stati anni duri – ammette oggi la docente disabile – tante volte sono stata tentata di lasciar perdere, ma poi prevaleva la convinzione che subire le ingiustizie senza reagire non fa bene a nessuno, né a te né alla società. Siamo cittadini, non sudditi e nemmeno ostaggi di corporazioni e consorterie. Così sono andata avanti. Non ho ancora potuto leggere le motivazioni della sentenza, il mio avvocato ha ricevuto solo il dispositivo. Ma come cittadina mi sento meglio».

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Il Tirreno del 09-05-2012
Disabile in guerra con Clap e Provincia Arrivano gli scivoli
La ragazza ha diffidato gli enti ad adeguare le fermate del bus. Dopo la vittoria la battaglia si allarga grazie alla Uildm

PIETRASANTA. La fermata di un autobus per ricominciare a vivere con un briciolo di quella dignità negata da chi sarebbe invece chiamato a tutelarti. La storia di Tiziana Treccani, bresciana, da tempo costretta a vivere su una sedia a rotelle, è la storia di chi mai si rassegna: la sua azione legale è un esempio, ma soprattutto una miccia pronta a deflagrare e a “contagiare” anche altre persone, quelle che costrette a convivere con problematiche di deambulazione, spesso rinunciano a fare valere i propri diritti perché si sentono sole o forse per una vergogna che, al contrario, dovrebbe albergare in chi quei diritti non li riconosce. «Periodicamente - racconta Tiziana - devo seguire un periodo di cure all’Istituto Don Gnocchi di Marina di Massa: per recarmi nell’istituto in questione devo però prendere un autobus. Nei mesi scorsi chiesi alla Clap se la linea di pullman Marina di Pietrasanta-Marina di Massa fosse attrezzata per il trasporto delle persone diversamente-abili. La risposta? Il dottor Giorgio Virdis, sempre per conto di “Clap spa”, mi disse che pur avendo sulla linea anche autobus con la pedana per le carrozzelle, gli enti non si erano mai impegnati a fondo affinché ci fossero le fermate omologate alla salita/discesa mediante pedane. Questo perché per ragioni di sicurezza gli autisti sono autorizzati a salire/scendere le carrozzelle solo in corrispondenza di fermate omologate. E fra Marina di Massa e Marina di Pietrasanta ne risultava presente solo una, in via Pascoli a Forte dei Marmi». Da qui la richiesta di Tiziana alla Provincia di Lucca a far si che «il diritto alla mobilità fosse rispettato. Risultato? Nessun riscontro. A questo punto mi sono rivolto all’avvocato Francesco Trebeschi: del resto ci sono articoli della Costituzione e di legge e ancora convenzioni internazionali che tutelano su questo fronte la persona con disabilità. Nel marzo scorso, sempre tramite il legale, ho così diffidato Clap spa, Provincia di Lucca, Comuni di Pietrasanta e Massa richiamandoli al rispetto delle norme». «È bastata questa diffida - continua Tiziana - per appunto vedere messe a norma due fermate a Focette e altre due lungo viale delle Pinete, a Marina di Massa, presso l’Istituto Don Gnocchi. Pietrasanta è andata oltre, impegnandosi per l’attivazione di un servizio sostitutivo, che si è reso necessario fino al termine dei lavori di rifacimento di uno dei marciapiedi interessati alla fermata». Storia a lieto fine, allora? Non del tutto vista la successiva richiesta avanzata sempre a Tiziana dalla Clap «di indicare gli orari in cui intendevo viaggiare per essere certi di mettere in linea una vettura con la pedana. Inaccettabile. Ma si rendono conto che potrebbero rispondere dell’accusa di discriminazione? Fra l'altro - aggiunge - sempre le norme di riferimento dicono che i vecchi mezzi circolanti dovrebbero essere sostituiti da quelli nuovi fruibili da ogni persona». Nel frattempo l’Uildm Versilia, per iniziativa del suo presidente Marco Giannelli, va oltre. «Solleciteremo gli enti preposti a mettere a norma tutte le fermate dei bus. E invitiamo le persone diversamente abili a non rinunciare al loro diritto alla mobilità e a richiedere il rispetto delle regole nei luoghi che a loro interessano. E nel caso in cui questo non avvenga, siamo pronti a mettere a disposizione un legale».

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L'Arena del 09-05-2012
Disabili commessi e baristi nei negozi del centro città
VERONA. Via Roma, cuore dello shopping cittadinoNon ci saranno solo i soliti commessi o proprietari di esercizi commerciali da oggi fino a venerdi a piegare magliette, preparare caffè e cappuccini, vendere giornali, telefonini, scarpe o altro in negozi e bar del centro di Legnago. Per tre giorni, ad affiancare i commercianti in 12 negozi saranno una dozzina di ragazzi disabili che prendono parte alla diciassettesima edizione de «La Grande Sfida», manifestazione itinerante di cultura, sport, arti e dialogo proposta in piazze, strade, teatri, chiese e scuole dal Centro sportivo italiano di Verona con il sostegno delle tre Aziende sanitarie del Veronese, di Comuni, Ceod (i Centri occupazionali diurni che fanno capo alle Ulss) ed enti territoriali.
L´iniziativa quest´anno ha lo slogan «Io mi fido..!» ed il il motto «Per una comunità che include!» e arriva in città grazie alla campagna «Anch´io sono capace!» e «Negozi senza barriere», che ribadisce la cultura dell´inclusione, del convivere con i disabili quali persone attive e propositive. Perciò i ragazzi diversamente abili lavoreranno fianco a fianco ai negozianti legnaghesi.
«Il tutto», spiega Roberto Nicolis, responsabile de La Grande Sfida, «per promuovere un nuovo pensiero culturale sulle persone con disabilità, purtroppo sono ancora viste come incapaci di produrre. Ma anche per dare l´opportunità ai disabili di vivere un´esperienza socio-lavorativa in un contesto stimolante, a stretto contatto con la gente». L´iniziativa «Negozi senza barriere» ha ricevuto il sostegno del Comune, Confcommercio, Confesercenti e Confindustria e di ViviLegnago. «Come altri colleghi», dice Cinzia Vicentini, proprietaria di un negozio in centro, «ho aderito con entusiasmo all´iniziativa perché così potremo rapportarci in modo nuovo con la disabilità. E superare quella fase di primo imbarazzo e incertezza che spesso non ci permette di apprezzare le innumerevoli doti di queste persone». (E.P.)

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